venerdì 19 aprile 2024

Barisardo (Bari sardo)

sulla costa di Ogliastra

Barisardo (Bari sardo)
Chiamato Bari sino al Regno d'Italia, nasce come congiungimento di antichi villaggi sorti intorno alle chiese rurali di Sant'Antine, San Leonardo, Santa Cecilia e Santa Susanna, che individuano ancora i quattro quartieri principali.
La sua dislocazione (sorge a circa 4 km dal mare) venne dettata dalla necessità di evitare le frequenti incursioni vandaliche, a tutela delle quali venne anche fatta erigere, per decreto del Re di Spagna, intorno al XVII secolo, la Torre, costruzione tronco conica sottoposta in seguito a restauro conservativo.
Incastonato tra le colline di Su Pranu, Pitzu e Monti, e l'altopiano di Teccu il paese presenta una felice situazione climatica e un paesaggio caratterizzato da secolari alberi di ulivo, mandorli e macchia mediterranea. Sopravvivono nel territorio bariese diverse domus de janas e molti nuraghi, alcuni dei quali in buone condizioni.

Il litorale, che si estende per circa 10 km lungo la costa centro-orientale della Sardegna, ha inizio dalla località di Cea, confinante con il territorio di Tortolì, continua con la zona di Teccu, formata da promontori di rocce basaltiche prodotte dall'eruzione di un antichissimo vulcano, la cui bocca è sull'altopiano.
La costa, che offre anche bellissime scogliere per gli appassionati dei fondali marini, si apre quindi su dei lunghssimi nastri di spiaggia sabbiosa, tenuti insieme dal piccolo scoglio su cui sorge la torre di Barisardo (Turri). Ombrose pinete intervallate da ampie zone di macchia mediterranea e viali di eucaliptus delimitano le spiagge sino alle zone umide di Bau eni e Tramalitzia, ricche di flora e fauna di interesse naturalistico, al confine con il litorale di Cardedu.

Nel paese si trovano interessanti reperti storico-artistici nei ruderi della chiesa di San Leonardo, residuo degli antichi villaggi. Di particolare interesse la Chiesa Patronale, databile tra il Seicento e Settecento, preziosa nelle sue scalinate balaustrate in marmo policromo finemente intarsiato. Il campanile, in stile barocchetto domina con la sua imponenza tutto il paese. Sul lato sinistro della chiesa Parrocchiale è interessante l'Oratorio della Confraternita del Rosario, risalente al XVII secolo, da ristrutturare.

La gastronomia si basa su piatti semplici ma gustosi, della tradizione contadine e pastorale, dai Culurgionis (ravioli di patate e formaggio) ai Malloreddus; il pane racchiude un forte significato nella storia locale e ne esistono diverse tipologie, dal più elaborato pane pintau, al pistoccu e moddissosu, a sa coccoi, una focaccia con la zucca.
Ottimi i formaggi, dal classico al pecorino a su casu ageru la cui produzione sta assumendo sempre più rilevanza nell'economia del paese.
Ottimi gli arrosti allo spiedo e i vini rossi e bianchi, a produzione familiare, principalmente da vitigni Cannonau e Monica.
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